La metafora dell’arciere

La prima cosa che un arciere deve imparare a saper fare per definirsi tale è costruire il suo arco. A questo, dovrà pazientemente dedicare del tempo affinchè ne possa realizzare uno che sia efficace, resistente, versatile e adatto ad un lancio ideale. Poi, sarà il momento di imparare a scegliere le frecce giuste, saperle maneggiare e posizionare, per poterle adeguatamente scoccare verso il bersaglio che intende colpire. Una volta rilasciata la freccia, l’arciere non avrà più nessun controllo su di essa. Potrà solo apprendere dai suoi errori per potersi concentrare sulla comprensione di cosa non ha funzionato, acquisire consapevolezza e correggere il tiro futuro. Per questo è fondamentale che impari a gestire bene l’arco, a saper prendere la mira e a riflettere su come scoccare la freccia al modo e al momento giusto, considerando anche tutte le possibili variabili che possono influire, come il vento, la pioggia, la luce e le proprie emozioni. Più si allenerà, più sarà in grado di farlo senza pensare troppo ad ogni suo movimento. Tutto diventerà più automatico. La qualità delle sue scelte influirà sulla qualità delle sue azioni. Bisogna agire come un abile arciere quando occorre prendere decisioni importanti per far sì che in seguito possano avere conseguenze positive sulla nostra vita mentale, emotiva e relazionale.

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